Salute: 12 milioni italiani 'torturati' da frequenti mal di testa

Roma, 7 ott. (Adnkronos Salute) - Per il Sistema sanitario nazionale il mal di testa non esiste: è considerato una patologia minore, non risulta nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), non esiste un Drg che lo identifichi. Eppure gli italiani che soffrono di mal di testa ricorrenti sono ben dodici milioni: sei milioni sono i pazienti con emicrania, circa un milione quelli con cefalea a grappolo. E ancora, sono quaranta milioni gli italiani che hanno avuto almeno un attacco di cefalea tensiva nel corso dell'ultimo anno, oltre il 90% della popolazione ne ha sofferto almeno una volta in tutta la vita. Numeri che richiederebbero un'attenzione sanitaria specifica che invece nel nostro Paese manca, come denunciano i massimi esperti italiani riuniti a Riccione per il Congresso nazionale della Società italiana per lo studio delle cefalee (Sisc).
"La cefalea - spiega il presidente Sisc Luigi Alberto Pini - è un problema estremamente diffuso, che tuttavia non trova altrettanta attenzione nel sistema sanitario. Così, di riflesso, i pazienti restano spesso senza cure soddisfacenti. Accade perché, ad esempio, i Lea non citano affatto il mal di testa: è come se questa malattia, già difficile da gestire perché non c'è un esame strumentale che possa darci la certezza di una diagnosi, davvero non esistesse. Eppure il mal di testa è responsabile del 15% delle visite dal medico di famiglia, le cefalee dolorose che non passano sono la causa del 10% di tutti gli accessi in pronto soccorso e sono l'unico sintomo che porta nel dipartimento di emergenza dell'ospedale nel 2-5% dei casi. I pazienti hanno bisogno di aiuto, quindi, ma purtroppo spesso non sanno dove cercarlo o non lo trovano".
Da qui l'esigenza di creare una Rete per la cura delle cefalee che migliori la gestione dei pazienti, messa a punto dagli esperti Sics: il primo anello del Network sarà il medico di base, che affronterà periodici corsi di aggiornamento così da essere in grado di diagnosticare e classificare correttamente il mal di testa. "In questo modo - spiega Pini - i casi più semplici potranno essere gestiti direttamente dal medico di famiglia, che invece invierà i casi complessi o quelli in cui una terapia standard non ha avuto effetto a uno specialista di secondo livello per le cefalee, idealmente uno per ogni azienda sanitaria".
Il livello successivo saranno i Centri cefalee, circa 100 in Italia. "Qui - sottolinea Pini - potranno essere ricoverati i pazienti con mal di testa cronici, che hanno fatto abuso di farmaci o hanno bisogno di essere analizzati tramite esami più invasivi. Infine, a livello regionale o nazionale, esisteranno pochi Centri neurochirurgici dove, in casi selezionatissimi, si potrà procedere all'impianto di elettrostimolatori. Il primo obiettivo è ridurre gli esami inutili: il 99% delle Tac prescritte per indagare una cefalea ha esito negativo, se facessimo una Tac a chiunque passa per strada i referti negativi sarebbero addirittura di meno".
Il Network cefalee sarà approvato con una delibera regionale entro la fine dell'anno nella Regione Emilia Romagna. "Poi - spiega Pini - una volta attivo in una Regione, sarà più semplice importarlo anche in altre realtà. Non crediamo di aver prodotto il modello di assistenza migliore possibile, ma è un punto d'inizio: vogliamo che chiunque, in ogni parte d'Italia, abbia garantito lo stesso percorso diagnostico e terapeutico".
In attesa di un Network nazionale, sono molte le esperienze italiane di aiuto ai pazienti cefalalgici che si sono fatte notare per l'efficacia e il reale supporto ai malati. È il caso del call center per chi soffre di mal di testa ed è in cura presso il Centro Cefalee dell'università di Padova, attivo per un'esperienza pilota dal 2008 al 2009, tre giorni alla settimana per sei ore: i risultati della sperimentazione, presentati durante il congresso, dimostrano che oltre un quarto dei pazienti curati dal Centro ha sfruttato questo strumento di dialogo con i medici.
"Sono state - racconta Giorgio Zanchin, responsabile del Centro Cefalee dell'università di Padova - principalmente le donne a chiamare, in media entro quattro settimane dalla visita al centro. Un paziente su otto ha chiamato anche una seconda volta, spesso per essere rassicurato: molti erano in cura con terapie di profilassi degli attacchi di emicrania, spesso chiedevano ai medici perché i farmaci non facessero effetto subito. Questo - aggiunge - ci insegna che il livello di ansia è molto elevato in questi pazienti e che dobbiamo sforzarci di informarli di più e meglio su che cosa possono aspettarsi dalla terapia; avere tuttavia la possibilità di un ulteriore, informale e semplice contatto con i medici del Centro è un ottimo mezzo per migliorare l'aderenza alle cure e per non perdere per strada pazienti che, impauriti o insoddisfatti della cura, potrebbero abbandonare i farmaci".
È stato sperimentato anche un social network anti-cefalea: Franco Mongini, responsabile Centro cefalee dell'università e ospedale Molinette di Torino, ha messo in rete dal 2010 un sito, www.nomalditesta.it, dove i pazienti possono registrarsi gratuitamente per condividere esperienze, porre domande e soprattutto consultare video e materiali informativi sempre aggiornati che derivano dall'esperienza del Centro. "Negli anni - spiega Mongini - abbiamo messo a punto un metodo per gestire i pazienti con cefalea dovuta o aggravata da iperfunzionalità dei muscoli della testa e del collo. In questi casi il paziente digrigna i denti senza neanche accorgersene, tiene contratti i muscoli del collo o delle guance, è continuamente teso".
E' stato quindi messo a punto un programma che prevede semplici esercizi di rilassamento per i muscoli coinvolti si è dimostrato, negli anni, molto utile per ridurre i sintomi di questi soggetti. "Dopo aver ottenuto risultati molto positivi su 2.300 dipendenti comunali di Torino conseguendo una riduzione del 40% di giorni di mal di testa e di assunzione di farmaci per contrastare i sintomi, abbiamo pensato - aggiunge Mongini - di metterlo a disposizione in un sito di condivisione simile a un social network dove è anche possibile fruire di informazioni ed esperienze di altri pazienti della comunità virtuale".

http://it.notizie.yahoo.com/salute-12-milioni-italiani-torturati-da-frequenti-mal-153200409.html;_ylt=ArMiODfGtjayMYdBJgfVmIkqf8l_;_ylu=X3oDMTNybzhxb25zBG1pdANUb3BTdG9yeSBTYWx1dGVTRgRwa2cDNWE1OTZjNDgtY2QyMS0zZGNlLTg4NmUtMDAzMWE1NjRkN2E4BHBvcwMxBHNlYwN0b3Bfc3RvcnkEdmVyAzYyYjk4MzEwLWYwZmEtMTFlMC1iZmZkLWE1MTFkN2FjNTFiMg--;_ylg=X3oDMTFrcm5qNGRxBGludGwDaXQEbGFuZwNpdC1pdARwc3RhaWQDBHBzdGNhdANzYWx1dGUEcHQDc2VjdGlvbnM-;_ylv=3

Lasciando perdere i casi patologici e ricorrenti io credo che diverse persone siano più o meno frequentemente colite da mal di testa anche per un non corretto stile di vita: andare a letto troppo tardi, svegliarsi troppo presto e dormire poco, stress, cattiva alimentazione, eccessivi impegni e vita frenetica, preoccupazioni..... sono tutte cose che influiscono su un peggioramento dello stile di vita e possono portare a mal di testa. Tutto ciò ripetuto nel tempo porta a soffrire di frequenti mal di testa che però potrebbero essere evitati se si regolarizzasse il proprio stile di vita.
Molti si affidano ai classici antiinfiammatori tipo moment, triptani o i derivati dell'ergotamina per avere sollievo sul momento ma potrebbero migliorare decisamente il loro problema se si rendessero conto che il problema è risolvibile con una modifica del loro comportamento giornaliero.