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come difendersi dalle zecche
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come difendersi dalle zecche
Con l’estate i prati si riempiono di bambini e famiglie che vanno a trascorrere qualche momento di relax e di svago. Alcuni ne approfittano per fare un bel picnic all’aria aperta... ma attenzione alle zecche che in questo periodo si possono trovano nell’erba e nei cespugli, nei sentieri dei boschi e lungo le sponde di torrenti o fiumi. Cugine di ragni e zanzare, le zecche sono presenti un pò in tutto il Mondo (oltre 600 specie di cui una quarantina presenti in Italia; le specie più frequenti da noi appartengono ai generi Ixodes, Dermacentor e Rhipicephalus). Hanno forma ovale (da alcuni millimetri fino a oltre 2 cm), sono di colore grigio fino al rosso nerastro con 6 o 8 arti (a seconda dello stadio di sviluppo) e possiedono un apparato boccale detto rostro con il quale succhiano il sangue. Le femmine dopo l’accoppiamento e il pasto di sangue cadono a terra, depongono le uova e poi muoiono. Le zecche non saltano e non volano sulle loro vittime, ma si appostano all'estremità delle piante aspettando il passaggio dell’ospite, attratti dall'anidride carbonica emessa e dal calore dell’organismo. Qualche volta gli ospiti possono essere gli uomini sui quali, con movimenti impercettibili (a causa della presenza di cuscinetti plantari di cui sono dotati gli arti della zecca e dell’azione anestetizzante esercitata dalla saliva dell’artropode), il parassita compie, come sugli animali, un pasto di sangue. Intorno al punto di inserimento dell’apparato boccale si può formare un eritema, un edema che può dare prurito e dolore; queste reazioni compaiono soprattutto quando la zecca non viene rimossa correttamente, a causa della permanenza del rostro nello spessore della cute. Una puntura di zecca non significa aver contratto malattie. Nel nostro territorio la percentuale di zecche infette è ancora molto bassa. Semplici precauzioni mettono al sicuro da queste rare eventualità: Quando ci si reca in parchi naturali per una escursione è sempre bene infilarsi i pantaloni nelle calze (possibilmente bianche) e magari spruzzarsi sulle estremità i comuni prodotti repellenti. Meglio non camminare dove l’erba è più alta e non sedersi direttamente sull’erba. Una volta a casa lavare i vestiti ad alte temperature e ispezionare accuratamente tutto il corpo, tenendo conto che le zecche si vedono ad occhio nudo e tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia e sui fianchi. Anche cani e gatti possono veicolare le zecche: è buona norma perciò controllarli spesso e ricorrere al consiglio del veterinario per i prodotti repellenti più efficaci. Quando ci si accorge di avere addosso una zecca: innanzitutto non spaventarsi, non cospargerla di liquidi strani (olio, creme, alcool benzina, ecc.), non bruciarla, non schiacciarla. Una zecca va rimossa correttamente: è sufficiente prendere un paio di pinzette (quelle per le sopracciglia vanno benissimo) meglio se a punte ricurve, afferrare la zecca il più vicino possibile alla cute e tirare dolcemente facendo una piccola rotazione. Se il rostro (l’organo che la zecca usa per attaccarsi) rimane nella pelle, bisogna estrarlo con un ago da siringa sterile. Poi disinfettare la cute con prodotti non colorati. Le probabilità di infezioni sono basse se la zecca resta attaccata alla cute per meno di 36-48 ore. Dopo aver tolto la zecca è necessario controllare l’area cutanea colpita tutti i giorni per 30-40 giorni. E’ opportuno rivolgersi immediatamente al proprio medico di famiglia se compare una chiazza rossastra tondeggiante che si allarga sempre di più o se compaiono febbre, mal di testa, malessere, ingrossamento delle ghiandole vicino alla zona dove si è stati punti e dolori alle articolazioni. Una diagnosi precoce consente di iniziare subito la terapia opportuna e di evitare le complicazioni.
(www.infosalute.info)
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MartaRinaldi- Principiante
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