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Dieta COM (CronOrMorfo dieta)

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Messaggio Da kurosaki-san Gio Nov 29, 2012 10:33 am

La dieta COM (acronimo di CronOrMorfo dieta) è un approccio integrato che tiene conto della Cronobiologia degli Ormoni e della Morfologia. Non siamo tutti uguali e, già nel 400 A.C., Ippocrate aveva osservato che trovare la giusta alimentazione e tipologia di esercizio fisico per ognuno era la strada per raggiungere la salute. Egli aveva inoltre notato come determinate morfologie , ovvero determinate forme del corpo, fossero legate a specifiche espressioni caratteriali. Tutto questo, ora si sa, è legato alla genetica che indirizza il nostro sviluppo secondo le nostre predisposizioni. Oggi, tuttavia, si ha la certezza che anche l’epigenetica (cioè l’influenza dell’ambiente esterno) gioca un ruolo fondamentale nel permettere o impedire il manifestarsi di determinate predisposizioni: “Nasciamo come siamo, diventiamo come mangiamo, come ci muoviamo, come pensiamo!”. È un dato di fatto all’evidenza comune che le persone accumulano grasso in maniera diversa. Alcuni individui accumulano grasso soprattutto nella parte superiore del corpo e nell’addome (conformazione a mela), altri in special modo nella parte inferiore (conformazione a pera), altri ancora in maniera omogenea sia sopra che sotto (conformazione a peperone). Questi accumuli in distretti diversi del corpo sono legati principalmente a differenti prevalenze ormonali. Gli ormoni influenzano la distribuzione del grasso così come le scelte alimentari e gli alimenti, a loro volta, condizionano le secrezioni ormonali; tutto questo in un circuito integrato. Tuttavia occorre tener presente che la secrezione degli ormoni varia nel corso della giornata, ne deriva pertanto che anche l’assunzione di determinati alimenti in momenti diversi della giornata, abbia un effetto diverso sull’accumulo del grasso. La dieta COM tiene conto della Morfologia dell’individuo (a mela, a pera o a peperone) che corrisponde a specifiche prevalenze Ormonali, la cui influenza sulla distribuzione del grasso può essere controllata e modificata, in parte, dalla scelta sia qualitativa che Cronologica degli alimenti, favorendo, di conseguenza un dimagrimento localizzato.

Dimagrimento Localizzato

Se l’accumulo di grasso in differenti parti del corpo è un fatto accertato scientificamente, perché non lo può essere la perdita di grasso in zone specifiche? Recenti ricerche hanno dimostrato che la localizzazione del grasso è influenzata, oltre che dagli ormoni, anche dal flusso sanguigno. In parole povere la ricerca suggerisce che ci sia una relazione tra l’eccesso di grasso localizzato, che altera la vasodilatazione delle arteriole, e la promozione del grasso localizzato. Queste, quindi, sono le ragioni per le quali le aree del corpo che evidenziano maggior accumulo sono quelle che oppongono maggior resistenza alla perdita di grasso qualora un individuo decida di perdere peso. Se l’alterata vasodilatazione rende più difficoltoso lo smaltimento del grasso in un’area specifica è evidente che un esercizio fisico localizzato in grado di stimolare il flusso sanguigno in quell’area può esercitare l’effetto di alleviare la vasocostrizione locale causata dall’eccesso di grasso. È altrettanto evidente che qualsiasi sistema in grado di aumentare il flusso sanguigno nelle zone deficitarie esercita un effetto positivo aumentando la possibilità di bruciare il grasso ivi localizzato.

Metodo Spattini

Il Metodo Spattini rappresenta l’integrazione della dieta COM finalizzata alla regolazione ormonale per riequilibrare le funzioni endocrine con la metodologia del DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO (tecniche di allenamento specifiche finalizzate a massimizzare la lipolisi e il flusso sanguigno in specifiche aree del corpo), nell’ottica di promuovere al meglio un dimagrimento fisiologico in grado di riequilibrare il corpo sia dal punto di vista endocrinologico che morfologico.

Dieta

Assodato che la distribuzione del grasso è legata a fattori ormonali e che gli ormoni sono influenzati dall’alimentazione, dobbiamo affrontare l’approccio al dimagrimento con un metodo che tenga conto delle morfologie e relative prevalenze ormonali e metaboliche. Questo metodo è appunto la cronormorfodieta che, tenendo conto della disposizione del grasso sottocuta­neo, permette la suddivisione morfologica in tre prevalenti categorie: l'androide con accumulo di grasso soprattutto a livello del tronco; la ginoide (a pera) con accumulo soprattutto negli arti inferiori; la mista con accumulo di grasso in maniera omogenea sopra e sotto.

I tre modelli di sovrappeso differiscono, oltre che per una netta distinzione morfologica, anche per un diverso orientamento neuro-endocrino-metabolico. Nella forma ginoide esiste soprattutto un rallentamento del metabolismo ossidativo dei grassi e una prevalenza estrogenica: la potremmo definire "ipolipolitica" (brucia poco i grassi). In poche parole non è un grande mangiatore, ingrassa lentamente e progressivamente soprattutto nei glutei e nelle cosce e quando si mette a dieta cala pochissimo e quasi niente a livello degli arti inferiori.

Nella forma androide esiste soprattutto un iperinsulinismo in risposta all'ipercor­tisolismo (il cortisolo alza la glicemia che stimola la produzione di insulina) e una prevalenza degli ormoni androgeni: la potremmo definire –“iperlipogenetica” (che costruisce molto i grassi). Queste persone sono delle mangiatrici che se si mettono a dieta hanno dei buoni risultati. Il vero problema è costituito dalla difficoltà di questi soggetti nel seguire una dieta perché si "stressano” facilmente.

La terza categoria, che possiamo definire “mista” accumula grasso distribuito sia nella parte sopra che nella parte sotto del corpo e, a sua volta, è divisa in due sotto categorie:

L’ipermisto con buon metabolismo ossidativo dei grassi, tendenzialmente ipertiroideo e iperpituitario

L’ipomisto con metabolismo rallentato, iperprolattinico e iposomatico (scarsa produzione di GH)

Visto che gli ormoni influenzano la distribuzione del grasso corporeo e che la composizione quali-quantitativa della dieta è in grado di influenzare la produzione ormonale, allora significa che, attra­verso determinate manipolazioni dietetiche, è possibile influenzare la distribuzione del grasso corporeo.

Iperlipogenetico

L’iperlipogenetico è quell’individuo che, ingrassando, accumula il grasso soprattutto nella parte superiore del corpo cioè con forma a mela . Io lo definirei anche a “pollo” in quanto, spesso, ad un tronco particolarmente sviluppato e grasso corrispondono arti magri e sottili anche dal punto di vista muscolare. Questa conformazione è data dalla prevalenza della funzionalità corticosurrenalica che, producendo troppo cortisolo, favorisce l’aumento di grasso,tramite la stimolazione secondaria dell’insulina a causa della iperglicemia provocata da elevati livelli di cortisolo, soprattutto nella parte superiore del corpo, nella schiena, sotto il collo (accumulo a “gobba di bisonte”) e a livello addominale. Viceversa, l’azione catabolica sulle proteine dello stesso cortisolo conferisce una conformazione sottile agli arti.
L’individuo iperlipogenetico ha una buona funzionalità tiroidea e quindi un metabolismo abbastanza veloce bruciando abbastanza grasso a scopo energetico solo che è portato a mangiare molto. E’ dotato di un buon appetito e si sente energico soprattutto se consuma pasti ricchi di grassi e colesterolo che sono i precursori degli ormoni prodotti dalla corteccia surrenalica: cortisolo, DHEA e androstenedione.
La dieta normalmente funziona molto bene con questi soggetti che perdono grasso e peso abbastanza facilmente. Il problema è che, quasi sempre, dopo poco che seguono una dieta desistono e tornano alle vecchie abitudini perché non reggono lo stress che gli procura il fatto di dover seguire un regime alimentare troppo restrittivo.
L’alimentazione, quindi, dell’iperlipogenetico deve essere rivolta alla riduzione della carne rossa, degli insaccati e dei formaggi interi mentre deve essere orientata principalmente verso cereali integrali, frutta e verdura, pesce e pollame e latticini magri.

COSTITUZIONE: robusta (di più nella parte superiore rispetto a quella inferiore) conformazione a mela, faccia rotonda. Nella donna seno abbondante e fianchi relativamente stretti.
LOCALIZZAZIONE DEL GRASSO: prevalentemente al di sopra della vita, sulla parte alta della schiena, stomaco e torace.
PREFERENZE ALIMENTARI: cibi salati, cibi grassi, bevande alcoliche
LIVELLO ENERGETICO: caloroso, notevole energia per tutto il giorno che tende a scemare in tarda serata
PERSONALITA’: è un tipo amichevole, molto pratico ed estroverso, non si arrabbia facilmente ma, se lo fa, si arrabbia molto
CARATTERISTICHE FISICHE: normalmente forte e dotato di scarsa flessibilità
GHIANDOLA DOMINANTE: le surrenali
SESSO: è una morfologia più frequente nel sesso maschile ma è relativamente frequente anche nel sesso femminile.
Percentuali ideali: 40% Carboidrai - 30% Proteine - 30% Grassi

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Ipolipolitico

Il soggetto ipolipolitico abbia la classica conformazione a pera con accumulo di grasso dalla vita in giù. Quest’individuo ha un metabolismo lento dove prevale il sistema parasimpatico stimolatore dell’insulina. La forma a pera è caratteristica delle donne e degli uomini che producono troppa insulina, troppi estrogeni e poco testosterone.
L’individuo ipolipolitico normalmente ha anche un metabolismo tiroideo rallentato e questo, morfologicamente, si traduce in gambe e caviglie gonfie e polpacci troppo grossi. I problemi circolatori sono spesso presenti nel soggetto ipolipolitico che presenta difficoltà per quanto riguarda il drenaggio linfatico e venoso presentando così una notevole predisposizione alla cellulite. L’approccio dietologico per questi soggetti dovrà tener conto della prevalenza ormonale ovvero delle ghiandole endocrine che hanno effetto dominante sull’organismo. Il soggetto ipolipolitico fondamentalmente è ipotiroideo, ipopituitario e, nel caso della donna, ipergonadico con elevata produzione di estrogeni, nel caso dell’uomo ipogonadico con scarsa produzione di testosterone. Detto questo l’alimentazione dovrà essere rivolta a potenziare la tiroide e la produzione di GH ; nelle donne, a limitare la produzione di estrogeni , negli uomini a potenziare la produzione di testosterone. Facile vero?? Detta così sembra una cosa impossibile ma applicando la cronormorfodieta si può ottenere tutto ciò. Innanzitutto dobbiamo precisare che il metabolismo tiroideo è stimolato soprattutto dall’assunzione di carboidrati, pochi carboidrati nella dieta abbassano il metabolismo basale e rallentano la conversione del T4 in T3, l’ormone tiroideo più attivo. Abbassare troppo i carboidrati invece è l’errore che fanno più frequentemente gli individui ipolipolitici che, normalmente, essendo un po’ pigri e apatici, piuttosto che aumentare il dispendio energetico e stimolare il metabolismo praticando attività fisica, preferiscono affidarsi alla “dieta dimagrante” o al “centro di dimagrimento” che normalmente propongono una dieta ipocalorica e iperproteica. Per questi soggetti la dieta iperproteica non è adatta anche per un’altra ragione: trattandosi di soggetti con problemi di circolazione rallentata e predisposti alla cellulite, una dieta iperproteica aumenterà l’acidità dell’organismo favorendo l’evoluzione della cellulite causata dalle precipitazioni dei cristalli di calcio in ambiente acido verso la formazione dei cosiddetti noduli cellulitici che non sono altro che processi di fibro-calcificazione del tessuto adiposo. Tutto sommato l’individuo ginoide si potrebbe trovare bene con una dieta vegetariana in grado di stimolare efficacemente sia l’ipofisi che la tiroide. Se si segue una dieta vegetariana l’apporto proteico, che non deve mancare, sarà fornito da uova, legumi, tofu e latticini magri. Viceversa è possibile anche un moderato consumo di pollame e pesce. Quindi, riepilogando, la dieta deve essere costituita da tanta verdura e frutta, un moderato apporto di carboidrati principalmente da cereali integrali, no grassi saturi e grassi idrogenati mentre si all’olio di oliva e omega 3 (noci e pesce), moderata quantità di latticini magri, pollo e pesce, no carne rossa.

COSTITUZIONE: conformazione a pera con un sedere pronunciato e la parte superiore del corpo sottile
LOCALIZZAZIONE DEL GRASSO: soprattutto sul sedere ma anche sui fianchi e sulla regione peritrocanterica cioè sulla parte esterna della cosce
CIBI PREFERITI: dolci e manicaretti vari
LIVELLO ENERGETICO: freddoloso, grande energia e resistenza, va avanti anche quando è stanco
PERSONALITA’: abbastanza introverso e poco assertivo, si stressa se non ha i suoi spazi e momenti da dedicare a se stesso
CARATTERISTICHE FISICHE: forte nella parte inferiore e debole in quella superiore
GHIANDOLA DOMINANTE: le gonadi
SESSO: è una morfologia quasi esclusivamente femminile ma può essere presente anche nell’uomo in presenza di alti livelli di estrogeni.
Percentuali ideali: 55% Carboidrati - 20% Proteine - 25% Grassi

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IperMisto

Il biotipo ipermisto, o biotipo misto classico, è l’individuo a morfologia con accumulo di grasso sia nella parte superiore del corpo che in quella inferiore. Corrisponde al bilioso di Ippocrate. Longilineo, attivo, ipertiroideo e iperpituitario non è facilmente portato ad aumentare di peso ma , grazie proprio a questo suo fortunato metabolismo, indulge facilmente in un eccesso di carboidrati che stimolano la sua ghiandola dominante, la tiroide, fino ad esaurirla ed arrivare così ad accumulare grasso, in questo caso in tutto il corpo. Però la morfologia a peperone può anche essere appannaggio degli altri biotipi (ipolipolitico e iperlipogenetico), che, con l’età avanzata, in maniera specifica con la menopausa nella donna e con l’andropausa nell’uomo e le relative modificazioni ormonali, tendono ad acquisire anche le caratteristiche del biotipo opposto. Il biotipo ipermisto è un individuo con un buon equilibrio ormonale e che se ne è approfittato un po’ troppo indugiando soprattutto in dolci e carboidrati sostenuto da un buon metabolismo tiroideo. E’ aumentato di peso consumando, nel passato, quantità notevoli di cibi che hanno sovrastimolato la sua tiroide: dolci, soft drink (bibite gassate zuccherate), pane, pasta, pizza, patate (le 4 P). Alla fine però il conto arriva per tutti e questa eccessiva stimolazione tiroidea, protratta un po’ troppo, porta ad un esaurimento della ghiandola stessa. Questo sbilanciamento conduce ad un accumulo di grasso e/o cellulite su fianchi, cosce, addome. Per riequilibrare la situazione occorre far riposare la tiroide diminuendo la quantità di carboidrati (zucchero, farina, riso bianco, prodotti raffinati da forno, frutta) privilegiando le proteine. I carboidrati sono fondamentali per una dieta salutare ma solo quelli integrali: pasta integrale, riso integrale e semi integrale, avena, segale. In questo modo si fornirà all’organismo i carboidrati di cui ha bisogno ma senza la sovrastimolazione indotta da quelli raffinati. La strategia alimentare dell’ipermisto , in definitiva, consiste in: uova tutti i giorni, abbondanti proteine del pollo e del pesce e una moderata quantità di carne rossa; limitata quantità di carboidrati sotto forma di cereali integrali, notevoli quantità di verdure, soprattutto fibrose per apportare vitamine e minerali, dare la sensazione di pienezza gastrica e compensare la limitazione della frutta troppo ricca di zuccheri.

COSTITUZIONE: arti lunghi, ossa piccole, faccia ovale o allungata e vita alta
LOCALIZZAZIONE DEL GRASSO: un po’ in tutto il corpo, vengono risparmiati normalmente i polpacci
ALIMENTI PREFERITI: carboidrati e caffeina
LIVELLO ENERGETICO: caloroso, livelli di energia alternati con tendenza a cali di energia
PERSONALITA’: entusiasta e pieno di iniziative nei periodi positivi, tende ad essere irritabile o depresso quando è stanco o stressato
GHIANDOLA DOMINANTE: la tiroide
SESSO: ugualmente rappresentato in quello maschile e in quello femminile
Percentuali ideali: 33% Carboidrati - 33% Proteine - 33% Grassi

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IpoMisto

Esiste un altro sottotipo del biotipo misto ed è il biotipo ipomisto . L’individuo misto classico alla fine, a causa di un’alimentazione troppo squilibrata verso i carboidrati, diventa un ipotiroideo perché porta in esaurimento la tiroide e riduce la secrezione del GH da parte dell’ipofisi. L’ipomisto , invece, è già di natura uno scarso produttore di GH (oltre che di TSH-ACTH-LH, quindi scarsa produzione anche di ormoni tiroidei, cortisolo e ormoni sessuali) e questo si traduce con degli aspetti somatici tipici quali ad esempio viso angelico, senza la classica mascella squadrata caratterizzante l’individuo con alti livelli di GH, spalle spioventi, torace piccolo e grasso distribuito su tutto il corpo come quello di un neonato e, nel caso di presenza di cellulite, questa è localizzata soprattutto a livello delle ginocchia (indicatore di deficit di GH).
Quando a questa predisposizione si associa un’alimentazione ricca di latticini e carboidrati, alimenti che rallentano la funzionalità ipofisaria a produrre GH e tendono ad aumentare la produzione di prolattina a sua volta inibitrice sia del GH che degli ormoni sessuali, ecco che il sovrappeso è inevitabile ed avviene distribuito su tutto il corpo perché non dipende da squilibri degli ormoni sessuali che sono quelli che orientano prevalentemente la distribuzione del grasso nella parte superiore o inferiore del corpo.
Per poter migliorare la situazione metabolico-ormonale e favorire la perdita di grasso, per questi soggetti è necessario seguire una dieta che faccia recuperare la tiroide parzialmente esaurita da un’alimentazione ricca di carboidrati e privilegiare le proteine, quelle buone cioè carne, pesce, uova e non latticini, in grado di stimolare la produzione di GH e potenziare la funzione surrenalica ed avere così un’accelerazione metabolica. Quindi, la dieta del Biotipo ipomisto ipopituitario dovrà eliminare gli zuccheri, la farina bianca, tutti i cibi raffinati e i prodotti caseari. Gli unici carboidrati ammessi con moderazione saranno quelli integrali e la frutta. In abbondanza, invece, le verdure fresche. Questo approccio renderà il metabolismo più alto e favorirà la perdita del grasso superfluo. Se si seguiranno queste semplici raccomandazioni basterà mangiare quando si ha fame e smettere quando ci si sente pieni e si perderà anche il grasso più ostinato. Ovviamente questo approccio è quello d’attacco iniziale, successivamente, quando si avrà raggiunto il peso desiderato, potranno essere inseriti con moderazione i latticini e aumentata la frutta. Finché non si è raggiunto il peso ideale è opportuno limitare i latticini perché riducono la secrezione di GH (forse perché aumenta l’IGF1 che abbassa, con un meccanismo di feedback negativo, il GH) e aumenta la prolattina che, a sua volta, inibisce l’LH abbassando gli ormoni sessuali. L’alimentazione prevalentemente proteica, in questo caso, aiuterà l’ipofisi (la ghiandola pituitaria) a ritrovare il suo equilibrio e stimolerà anche le rallentate ghiandole surrenali e gonadi. Le proteine stimolano la produzione di ACTH e, di conseguenza, di cortisolo; l’eliminazione dei latticini riduce la produzione di prolattina e quindi favorisce la produzione degli ormoni sessuali testosterone ed estrogeni.
Potrebbe spaventare questa alimentazione iperproteica perché spesso le proteine sono accusate di danneggiare i reni e il fegato. In realtà gli studi che dimostrano ciò sono per lo più sui ratti e la fisiologia umana non è la stessa di un ratto. Lo studio di Kevin D. Tripton conclude che non ci sono evidenze scientifiche che un grande quantitativo di proteine sia pericoloso. Teoricamente potrebbe esserlo ma solo in persone con un precario stato di salute . Ricercatori che hanno recentemente condotto una rivisitazione della letteratura scientifica hanno cosi concluso: "non ci sono significative evidenze per un effetto negativo di un alto apporto proteico sulla funzione renale nei soggetti sani". Inoltre uno studio che ha esaminato dei bodybuilders con un apporto di 2,8 grammi di proteine per kg di peso corporeo paragonati ad atleti ben allenati con un moderato apporto proteico non ha rilevato significativa differenza nella funzionalità renale tra i due gruppi. (REFERENCES) Differente può essere il discorso della dieta chetogenica, che non deve necessariamente essere una dieta iperproteica ma se mai iperlipidica, o della dieta esclusivamente proteica. In effetti i vari studi hanno dimostrato che una dieta chetogenica può condurre alla resistenza insulinica favorendo di conseguenza la steatosi epatica. La dieta esclusivamente proteica può addirittura causare la RABBIT STARVATION o MORBO DEL CARIBÙ', una forma di malnutrizione dovuta ad un eccessivo consumo di carne magra (coniglio, caribù) che può anche essere mortale se abbinata ad altri stressor quali freddo e disidratazione e che può essere risolvibile solo col consumo di grassi e carboidrati.

COSTITUZIONE: fisico “da bambino” con ossa piccola, muscolatura poco sviluppata e testa che sembra sproporzionata al resto del corpo
LOCALIZZAZIONE DEL GRASSO: deposita grasso sottocutaneo dappertutto in maniera omogenea ma può presentare particolare accumulo a livello delle ginocchia
CIBI PREFERITI: latticini e dolci
LIVELLO ENERGETICO: freddoloso, è una persona mattiniera con calo di energia alla sera
PERSONALITA’: cerebrale ed intelligente, tende ad essere riservato
GHIANDOLA DOMINANTE: l’ipofisi
SESSO: più frequente nel sesso maschile, è comunque il morfotipo più raro, presente circa in un 5% della popolazione
Percentuali ideali: 30% Carboidrati - 40% Proteine - 30% Grassi

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Fonti: http://www.dieta-com.com

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