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Colesterolo ed allenamento
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Colesterolo ed allenamento
Siccome sono andato a ritirare le mie analisi del sangue, mi sono divertito a cercare un pò di articoli in giro per la rete che correlavano i vari valori all'attività fisica svolta. Uno interessante mi è parso questo:
In questa sede ricordiamo che:
a) il colesterolo è contenuto in diverse lipoproteine che svolgono ruoli differenti: LDL (il colesterolo cattivo, perché le LDL liberano il colesterolo sulle pareti delle arterie, formando placche ateromatose), HDL (quello buono, perché lo asportano dalle cellule portandolo al fegato) e VLDL (la cui funzione è incerta, forse l'utilizzo del colesterolo da parte dei tessuti periferici).
b) Il rischio cardiovascolare viene definito come il rapporto fra il colesterolo totale e quello HDL. Deve essere inferiore a 5 nell'uomo e a 4,5 nella donna. La differenza è dovuta al fatto che il colesterolo HDL è mediamente maggiore nella donna che nell'uomo (e quindi il rapporto deve essere minore nella donna).
A prescindere da considerazioni salutistiche, perché si può usare il colesterolo HDL per la valutazione dell'allenamento?
Le lipoproteine HDL passano attraverso varie fasi (cicliche) in cui la loro composizione varia, ma sostanzialmente sono costituite da una parte proteica (apolipoproteine), da colesterolo, da fosfolipidi e da trigliceridi. Poiché le apolipoproteine APO A-I sono la componente più importante delle HDL, sono il marker più preciso della massa totale di HDL circolante. Per uno sportivo il concetto importante è che:
le APO A-I sono incrementate dall'esercizio fisico.
È questo il motivo per cui il colesterolo HDL aumenta in chi fa attività sportiva. Fin qui niente di eclatante. Analizzando meglio i dati degli sportivi si scopre facilmente che
la variazione di HDL negli sportivi è proporzionale alla quantità di esercizio fisico, ma solo a partire da una quantità minima di soglia.
Cioè:
a) il valore assoluto dell'HDL dipende da un valore basale del soggetto;
b) l'esercizio fisico aumenta tale valore in modo dipendente dalla quantità di esercizio svolto, ma se l'esercizio è sotto un certo grado di intensità e di frequenza l'aumento è minimo.
Conclusioni ovvie sono:
a) per ridurre l'indice di rischio cardiovascolare conta maggiormente la quantità rispetto alla qualità degli allenamenti. Ciò spiega perché le discipline di resistenza diminuiscono il rischio cardiovascolare molto di più che quelle di forza.
b) La variazione di colesterolo HDL può servire come parametro per valutare se quantitativamente i propri allenamenti sono validi.
Molti amatori hanno bassi valori di HDL (inferiori a 50). Analizzando i loro allenamenti si scopre che privilegiano la qualità alla quantità: pochi e tiratissimi allenamenti settimanali oppure allenamenti interrotti sempre a metà a causa di una sovrastima delle proprie possibilità (con conseguente quantità ridotta).
A prescindere da eccezioni individuali (per fare un discorso preciso occorrerebbe conoscere il valore da sedentario, cioè dopo un periodo di almeno 4-6 mesi di stasi sportiva), un valore di colesterolo HDL inferiore a 65 indica spesso che quantitativamente il proprio allenamento può essere migliorato.
http://www.albanesi.it/Arearossa/Articoli/HDL.htm
Che il valore di 65 è indice che il proprio allenamento può essere migliorato. Questa mi è giunta nuova, comunque se fosse vero potrebbe essere molto interessante
In questa sede ricordiamo che:
a) il colesterolo è contenuto in diverse lipoproteine che svolgono ruoli differenti: LDL (il colesterolo cattivo, perché le LDL liberano il colesterolo sulle pareti delle arterie, formando placche ateromatose), HDL (quello buono, perché lo asportano dalle cellule portandolo al fegato) e VLDL (la cui funzione è incerta, forse l'utilizzo del colesterolo da parte dei tessuti periferici).
b) Il rischio cardiovascolare viene definito come il rapporto fra il colesterolo totale e quello HDL. Deve essere inferiore a 5 nell'uomo e a 4,5 nella donna. La differenza è dovuta al fatto che il colesterolo HDL è mediamente maggiore nella donna che nell'uomo (e quindi il rapporto deve essere minore nella donna).
A prescindere da considerazioni salutistiche, perché si può usare il colesterolo HDL per la valutazione dell'allenamento?
Le lipoproteine HDL passano attraverso varie fasi (cicliche) in cui la loro composizione varia, ma sostanzialmente sono costituite da una parte proteica (apolipoproteine), da colesterolo, da fosfolipidi e da trigliceridi. Poiché le apolipoproteine APO A-I sono la componente più importante delle HDL, sono il marker più preciso della massa totale di HDL circolante. Per uno sportivo il concetto importante è che:
le APO A-I sono incrementate dall'esercizio fisico.
È questo il motivo per cui il colesterolo HDL aumenta in chi fa attività sportiva. Fin qui niente di eclatante. Analizzando meglio i dati degli sportivi si scopre facilmente che
la variazione di HDL negli sportivi è proporzionale alla quantità di esercizio fisico, ma solo a partire da una quantità minima di soglia.
Cioè:
a) il valore assoluto dell'HDL dipende da un valore basale del soggetto;
b) l'esercizio fisico aumenta tale valore in modo dipendente dalla quantità di esercizio svolto, ma se l'esercizio è sotto un certo grado di intensità e di frequenza l'aumento è minimo.
Conclusioni ovvie sono:
a) per ridurre l'indice di rischio cardiovascolare conta maggiormente la quantità rispetto alla qualità degli allenamenti. Ciò spiega perché le discipline di resistenza diminuiscono il rischio cardiovascolare molto di più che quelle di forza.
b) La variazione di colesterolo HDL può servire come parametro per valutare se quantitativamente i propri allenamenti sono validi.
Molti amatori hanno bassi valori di HDL (inferiori a 50). Analizzando i loro allenamenti si scopre che privilegiano la qualità alla quantità: pochi e tiratissimi allenamenti settimanali oppure allenamenti interrotti sempre a metà a causa di una sovrastima delle proprie possibilità (con conseguente quantità ridotta).
A prescindere da eccezioni individuali (per fare un discorso preciso occorrerebbe conoscere il valore da sedentario, cioè dopo un periodo di almeno 4-6 mesi di stasi sportiva), un valore di colesterolo HDL inferiore a 65 indica spesso che quantitativamente il proprio allenamento può essere migliorato.
http://www.albanesi.it/Arearossa/Articoli/HDL.htm
Che il valore di 65 è indice che il proprio allenamento può essere migliorato. Questa mi è giunta nuova, comunque se fosse vero potrebbe essere molto interessante
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