Lo strappo muscolare

1. Cosa accade nella zona colpita

Immaginiamo i muscoli come funi,composte da molti fili intrecciati e messi in tensione fra due tiranti. Lo strappo muscolare può essere paragonato alla rottura progressiva di questa funerima si sbrogliano solo alcune fibre (lesione di I grado),poi man mano che si incrementa la forza di trazione,la fune si sfilaccia sempre di più,fino a rompersi completamente. Si tratta infatti di una lesione causata da un’eccessiva sollecitazione (brusche contrazioni o scatti improvvisi),che determina la rottura delle fibre muscolari. La sua gravità è determinata dal numero di fibre lesionate. Spesso questo tipo di trauma avviene durante l’attività sportiva,in condizioni di scarso allenamento o quando il muscolo è particolarmente stanco o impreparato a sostenere uno sforzo.

I sintomi: come si manifesta il trauma

Il primo sintomo è un dolore intenso nella zona lesionata,tanto più forte quanto maggiore è il numero di fibre coinvolte,che si acutizza quando si cerca di contrarre il muscolo. In casi di lesione importante,il muscolo appare rigido e l’arto interessato non può muoversi. Quando il trauma è particolarmente grave,si presentano anche edema e gonfiore, Anche i capillari che irrorano il muscolo spesso appaiono lesionati:dalla loro rottura o schiacciamento derivano piccoli versamenti di sangue all’interno dei tessuti,più o meno evidenti. Nei traumi più lievi il sangue rimane all’interno del muscolo,mentre in quelli più gravi migra in superficie dove si accumula e forma evidenti ematomi.

2. Come meglio intervenire

Prima cosa da fare in tutti i casi:fermarsi,sospendere immediatamente l’attività sportiva,immobilizzare la zona colpita e porla in una posizione di riposo ovvero in posizione rialzata. Se nei casi più gravi tale sospensione è d’obbligo,in quelli più lievi si tende a sopportare il dolore,sottovalutando le conseguenze di un ulteriore stress e di un possibile peggioramento.

Il secondo intervento consiste nell’applicare un impacco freddo (borsa del ghiaccio) sulla zona interessata:la terapia del freddo determina una diminuzione del calibro delle vene e delle arterie,riducendo l’afflusso di sangue e inducendo un effetto antinfiammatorio.

Al contrario ogni forma di calore è controindicata,perché provoca una dilatazione dei vasi:è bene quindi evitare massaggi,pomate,fanghi…

Misurare la gravità

La gravità dello strappo dipende dal numero di fibre coinvolte:

Lesione di l grado:riguarda poche fibre:un danno modesto che si manifesta come leggero fastidio accentuato durante la contrazione e l’allungamento del muscolo,ma senza perdita di forza o limitazione del movimento.

Quando le fibre lesionate sono più del 5% lo strappo è grave e determina dolore acuto,simile ad una fitta che si avverte in seguito ad una violenta contrazione muscolare. La lesione interferisce con il gesto atletico ma consente allo sportivo di continuare la gara o l’allenamento,anche se rischia di aggravarsi ad ogni tentativo di contrarre il muscolo.

Il danno è gravissimo quando si verifica una vera e propria lacerazione del muscolo,che coinvolge 3/4 delle fibre. In questi casi si forma un vero e proprio scalino che testimonia l’entità della rottura e si percepisce chiaramente alla palpazione. Il dolore è fortissimo e impedisce qualunque movimento.

Le regole d’oro della prevenzione

- In caso di sforzi particolari o attività sportiva prevedere una fase di riscaldamento generale e
specifico della muscolatura coinvolta

- Eseguire esercizi di allungamento per migliorare la flessibilità e l’elasticità muscolare sia in
fase preparatoria che defaticante

- Assicurarsi di essere nelle condizioni fisiche idonee per sopportare lo sforzo

- Scegliere abbigliamenti adatti,coprirsi adeguatamente nei mesi invernali e se necessario
usare pomate specifiche durante la fase di riscaldamento (anche se quest’ultime è meglio
utilizzarle in caso di sforzi submassimali)

- Non sottovalutare mai alcun sintomo doloroso,anche se lieve

La prevenzione degli strappi muscolari più gravi dipende da una corretta terapia delle forme più lievi. In particolare,si parla di prevenzione in due sensi:da un lato consigliando di prepararsi agli sforzi di particolare intensità attraverso un riscaldamento adeguato;dall’altro intervenendo tempestivamente e nel modo più opportuno ogni qualvolta si verifichi un trauma anche minimo. Le fibre muscolari infatti hanno scarsa capacità di rigenerazione e il loro processo di riparazione avviene esclusivamente con la formazione di un tessuto simile a quello delle cicatrici,quindi meno elastico,con minore capacità di contrarsi e meno resistente di quello muscolare. La presenza di aree con differente elasticità,aumenta notevolmente il rischio di lesioni ricorrenti. Per questo è molto importante cercare di allontanare il più possibile il rischio di lesione.

* Altri segnali da interpretare 24 ore dopo:Quando avviene una fuoriuscita di sangue 24 ore dopo si può presentare un livido situato più in basso rispetto alla sede dello strappo. Un altro fenomeno frequente nelle lesioni più gravi è l’insorgere di una contrattura muscolare “di difesa”:è il modo in cui l’organismo cerca di immobilizzare l’area interessata per favorire il recupero ed evitare peggioramenti.


Le lesioni meno gravi si risolvono in circa 1-2 settimane di riposo.Qualche esercizio di stretching può aiutare ad accelerare e migliorare il recupero,rielasticizzando,per quanto possibile,il tessuto di riparazione del muscolo. Le lesioni di secondo grado richiedono tempi di guarigione più lunghi (15-30 giorni) ed un percorso di riabilitazione,con opportuni interventi fisioterapici. Solo nei casi più gravi può essere necessario l’intervento chirurgico.

E per lo stiramento muscolare?

Lo stiramento muscolare è l’anticamera dello strapporovoca un eccessivo allungamento delle fibre,è accompagnato da un forte e immediato dolore,anche se l’indolenzimento non è tale da impedire il movimento. Si consigliano riposo e applicazione di ghiaccio. Un bendaggio compressivo,con l’aiuto di antinfiammatori locali,può migliorare le condizioni e accelerare la ripresa che avviene di solito dopo 2 settimane.